Chi lavora molte ore in piedi o persone in età possono accusare una sensazione di gonfiore e pesantezza alle gambe.
Il gonfiore è causato dall’edema dei tessuti molli locali ed è uno dei principali sintomi di condizioni acute, come eventi post-traumatici o post-chirurgici, o condizioni croniche come l’’insufficienza venosa cronica CVI.
L’insufficienza venosa cronica stessa è il risultato di cambiamenti macro-vascolari e micro-vascolari nelle estremità inferiori, tra cui ispessimento della membrana, malformazione capillare del letto vascolare (consentendo una maggiore permeabilità dei fluidi) e danni endoteliali.
Il ruolo dell’endotelio nello scambio trans vascolare è stato studiato a lungo. Nei casi di infiammazione locale, il danno ipossico alle cellule endoteliali aumenta il processo infiammatorio locale e, in ultima analisi, porta alla compromissione delle funzioni endoteliali.
I danni ai tessuti molli e post-traumatici sono quindi entrambi caratterizzati da vulnerabilità ipossica dei vasi capillari, e qualsiasi trattamento per CVI o edema dovrebbe mirare a ripristinare i normali livelli di ossigeno (normoxia).
Il pilastro del trattamento per CVI sono le calze a compressione graduata, in seguito terapie chirurgiche e/o farmacologiche prescritte anche a seconda della gravità. Tuttavia, un farmaco concomitante volto a proteggere le cellule endoteliali da danni ipossici potrebbe essere utile per ridurre la perdita della funzione capillare.
L’escina è la componente attiva di Esculus hippocastanum, la castagna di cavallo, che è stata utilizzata come medicina tradizionale per secoli, ed è ancora utilizzata per trattare alcune condizioni, tra cui emorroidi, vene varicose, ematomi ( caratterizzati da versamento di sangue ed edema ) e congestione venosa.
L’escina è stata isolata per la prima volta nel 1953, e ha dimostrato proprietà anti-edematose, antinfiammatorie e venotoniche in vari preparati.
Negli anni ’60, Lorenz e altri studiosi scoprirono che i semi di castagno di cavallo contengono una frazione costituita da una miscela di salogenina triterica. Queste sapogenine triteriche pentacicicliche sono state identificate come protoescigenina e barringtogenolo, e la frazione è stata chiamata escina.
L’escina cruda al 2,5% viene estratta con metanolo e acqua da una preparazione purificata, concentrata e omogeneizzata di semi di castagno di cavallo. Successivamente viene ulteriormente purificata e cristallizzata come escina pura.
La formulazione più usata è il gel per applicazione transdermica, una preparazione farmaceutica al 1% o 2% di escina.
Le indicazioni cliniche per la formulazione del gel a base di escina sono il trattamento di edema localizzato, ematoma, tromboflebiti superficiali e sindrome dolorosa vertebrale.
Sono stati quindi identificati almeno tre tipi di azione farmacologica dell’escina:
1) effetti anti-edematosi e antinfiammatori
2) effetto sul tono venoso
3) protezione dai danni ipossici all’endotelio
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BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA
“Escina: una revisione delle sue proprietà anti-edematose, antinfiammatorie e venotoniche”, Luca Galelli